Ricorre oggi il trentunesimo anniversario dell'uccisione, per mano della mafia, di Libero Grassi: l'imprenditore che ebbe il coraggio di non piegarsi alle richieste di pizzo della mafia e che pagò con la vita il suo coraggio. Il 29 agosto 1991 Libero Grassi fu ucciso da un killer di mafia mentre si recava a piedi sul luogo di lavoro. 

Con una lettera aperta pubblicata il 10 gennaio 1991 dal Giornale di Sicilia, Libero Grassi annunciò la sua volontà di opporsi al pagamento del pizzo. "Volevo avvertire il nostro ignoto estortore  - scrisse Libero Grassi -  di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l'acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia". 

Era la risposta ad una richiesta di pizzo di 50milioni di lire che un fantomatico "geometra Anzalone" aveva fatto a Libero Grassi. Il no alla mafia costò a Libero Grassi la morte. Ma il suo atto di coraggio è stato un esempio per tanti imprenditori che si sono opposti nonostante il fenomeno del "pizzo" sia ancora purtroppo una realtà nonostante sia decisamente cambiato il contesto.